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Le esperienze spirituali 

L’Arte di sensibilizzarsi agli aspetti più sottili  dell’Esistenza

Quale vita qui sulla terra è indenne dagli inesorabili cambiamenti che lei stessa produce..

Fratello Albero 

Quale vita qui sulla terra è indenne dagli inesorabili cambiamenti che lei stessa produce. A tredici anni in modo del tutto inaspettato a causa di un incidente ho dovuto affrontare la perdita di mio fratello Ennio.

Ennio, molto più grande di me, padre di tre figli di cui uno mio coetaneo, era per me più di un padre, una figura d’uomo oserei dire eroica, capace di arrangiarsi in ogni situazione, forte nel corpo e nello spirito, abile a costruire, aggiustare, creare, coltivare, allevare, educare e soprattutto era Ennio.. era se stesso che un altro non ce n’è.

Ebbene separarmi da lui è stato molto doloroso contribuendo ad una maturazione precoce di quelle che si vorrebbero evitare come la peste.

Non era la prima volta che sorella morte toccava la mia vita ma Ennio proprio no, non potevo essere preparato se mai lo si può essere a separarmi da lui. 

Al di là dei giocattoli in legno da lui costruiti, fortini, spade, pugnali, capanne sugli alberi, canoe per navigare, panini con burro latte e il miele delle sue api.. cartine geografiche in compensato per spiegarci la geografia, racconti, scorribande a bordo della mitica 1100 da lui completamente restaurata .. incolmabile il vuoto lasciato, insostituibile la sua personalità, il suo odore di legno, miele e terra.. 

Un giorno di primavera in cui la nostalgia era amara, nella piena consapevolezza nonostante i miei tredici anni che lui non era lì , andai in cimitero. Gironzolai un po’ per trovare la sua tomba e una volta lì non mi davo pace perché proprio non lo sentivo e mi pareva impossibile che il mio fratellone non si facesse sentire ..

Un po’ sconsolato uscii e prima di andarmene mi soffermai un attimo vicino all’albero dove avevo appoggiato la mia bicicletta. 

Era una giornata speciale, immobile, dal cielo terso con nessuna nuvola a solcarlo.

In quell’immobilità Ennio giunse a me come solo lui poteva.. 

L’Albero si animò prima di una brezza leggera e poi di un vento che ci avvolse  entrambe e mentre tutto il resto rimaneva  immobile ogni mia cellula si fondeva in quell’immensità che io riconoscevo essere mio fratello. 

In quell’istante di eterno presente in cui tutto si fermò mio fratello Ennio venne a salutarmi.

Ciao Ennio e grazie per tutto ciò che mi hai donato.

Namaste 

Nicola De Simone 

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